Bologna è tra le 100 città europee che si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Un piccolo confronto con altre quattro città per capire a che punto siamo e quali sono i prossimi passi

 

La Missione dell’Unione Europea sulle città neutrali è iniziata ad aprile 2022. Come abbiamo raccontato, Bologna è stata selezionata tra le città che partecipano al programma e si sta impegnando per diventare neutrale dal punto di vista climatico nel 2030. In questi primi mesi della missione abbiamo preso contatto e fatto ricerche su alcune altre città selezionate per vedere a che punto sono. Parliamo in particolare di due città svedesi, Goteborg e Lund, e di due spagnole, Barcellona e Valencia, che abbiamo scelto perché avevano iniziato il percorso verso la neutralità in anticipo rispetto alle altre.


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Goteborg, Svezia

Entrambe le città svedesi hanno iniziato il proprio percorso dal programma Viable Cities (link al programma). Si tratta di un programma di innovazione per la transizione climatica delle città iniziato nel 2017. Viable Cities è un catalizzatore per nuove forme di cooperazione tra città, industria, mondo accademico, istituti di ricerca e società civile. Il calendario del programma è 2017 – 2030 ed è attuato con il sostegno di Vinnova, l’Agenzia svedese per l’energia e Formas, di cui l’energia svedese per l’energia è l’autorità responsabile. Attraverso questo programma, sia a dicembre 2020 che a dicembre 2021, i sindaci di 23 città svedesi e cinque agenzie governative hanno firmato  il Klimatkontrakt 2030. I Climate City Contract di Viable Cities sono documenti brevi che contengono le linee guide e gli impegni che i firmatari si impegnano a seguire per raggiungere la neutralità climatica.

I contenuti dei Klimatkontrakt 2030 svedesi realizzati a dicembre 2021 sono: gli obiettivi del Klimatkontrakt, l’identificazione dei membri del processo per il raggiungimento della neutralità nella città,  gli impegni dell’amministrazione locali, di Viable Cities e delle agenzie di governo, i progetti strategici del 2022 che contribuiranno alla consecuzione dell’obiettivo, il monitoraggio, valutazione e aggiornamento annuale delle strategie, impegni e risultati delle azioni sviluppate.  .

A differenza del Climate City Contract della Missione, cioè quello che Bologna si è impegnata a firmare assieme alle altre 100 città, nel documento di Goteborg non è incluso un Piano di Investimenti, cioè lo strumento di programmazione economica che dovrebbe indicare come investire strategicamente i finanziamenti pubblici e attrarre capitali privati.  Contiene, però, la descrizione delle parti su cui dovrebbe basarsi il finanziamento delle azioni, ovvero

  1. Comprendere quali sono i rischi della transizione energetica.
  2. Formulare gli sforzi economici strategici necessari.

Il gruppo dirigenziale che gestisce il Climate City Contract di Goteborg è composto da persone che lavorano nelle aziende e nelle amministrazione pubbliche ed è coordinato dal Director of Environmental Management.

Da settembre Il Comune di Goteborg ha iniziato a progettare il processo del nuovo Climate City Contract, documento che sarà diverso dal Klimat Kontrakt di Viable Cities.

 

Lund, Svezia

A differenza del Klimat Kontract di Goteborg, nel documento di Lund, è menzionato l’uso di green bonds e altri tipi di finanziamenti sostenibili.

Lo sviluppo del percorso di Lund verso la neutralità viene gestito dai settori dell’amministrazione pubblica ma anche delle aziende partecipate che conformano la società Lund Rauhaus AB. A livello operativo, Lund supporta il Consiglio Comunale per la Politica Climatica, un comitato formato da rappresentanti delle Università della città che sostengono le decisioni che contribuiscono al raggiungimento della neutralità climatica.


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Barcellona, Spagna

8 città spagnole, tra cui Barcellona e le altre 6 città selezionate nella Missione, coinvolte nell’iniziativa citiES 2030.

Questa iniziativa prevede la partecipazione delle 8 città in tre fasi: (i) assicurare il sostegno politico dei consigli comunali delle città; (ii) definire l’impegno delle città, che comprende l’adesione a un processo di trasformazione e la progettazione e approvazione di una tabella di marcia verso la de-carbonizzazione; (iii) incorporare gli stakeholder nazionali e regionali per firmare il contratto.

Da settembre il Comune di Barcellona lavora sulla costruzione del Climate City Contract (CCC) e la definizione del  Piano di Investimenti e un modello di struttura e di governance. È previsto che il CCC sia firmato dalla Sindaca. I contenuti del Piano di Azioni saranno gli stessi del Piano di Emergenza Climatica di Novembre 2021 (link al documento) con la differenza che la riduzione delle emissioni dovrà raddoppiare. Le azioni individuate nel Piano di Emergenza Climatica, infatti, avevano lo scopo di raggiungere “solo” una riduzione delle emissioni del 50% rispetto all’anno base (1992)..

I temi del Piano di Azioni sono: Salute e benessere, Risparmio e generazione di energia, Modello urbano e di mobilità, Economia e consumi, Cultura climatica.

 

Valencia, Spagna

Per il Piano di Azioni, Valencia ha individuato 8 sfide: mobilità sostenibile, modello energetico rinnovabile e giusto, sviluppo urbano e abitare sostenibile, economia circolare e sostenibile, rinaturalizzazione, resilienza e adattazione, Smart governance, educazione e coinvolgimento sociale.

Non è ancora stata definita la struttura del CCC ed è previsto che sia firmato dall’Alleanza per la Missione: entità affiliate, organizzazioni ambasciatrici, cittadinanza e persone referenti ed influencers. L’obiettivo è coinvolgere le 5 eliche: mezzi di comunicazione, settore pubblico, settore privato, accademia e ricerca e società civile e cittadinanza.

La governance della Missione a Valencia è divisa in 3 sfere:

  • Politica: Direzione della Missione.
  • Strategica e operativa: Coordinamento e supporto tecnico.
  • Di apertura: Le 5 eliche per la co-governance, innovazione sistemica e spinta trasversale.

Valencia darà una spinta alla Missione tramite la “Compra Pubblica di Innovazione”. Si tratta di un tipo di gara d’appalto per la quale esiste un processo preventivo di mappatura dei bisogni dell’amministrazione pubblica e di consultazione  preliminare del mercato. Attraverso questo strumento, il settore pubblico, quello privato e la società civile discutono su come progettare o coprire i bisogni dell’amministrazione pubblica individuati . Così facendo, le gare di appalto saranno progettate  in maniera più dettagliata e le aziende avranno più tempo per prepararsi e adeguarsi alle gare future. Per dirla in modo  più semplice, nelle gare d’appalto tradizionali il senso è “dimmi di cosa hai bisogno, io ti dico cosa ho”. Invece nella CPI il senso è “dimmi di cosa hai bisogno e vediamo come lo possiamo risolvere insieme”.

Nei prossimi mesi si realizzeranno 8 consulte preliminari del mercato in relazione alle 8 sfide individuate per la Missione Climatica. L’obiettivo è creare gare d’appalto che possano coprire i bisogni per raggiungere la neutralità climatica.

 

Mesi cruciali

I prossimi mesi saranno fondamentali per le 112 città che partecipano alla Missione. Per la costruzione del Climate City Contract sarà necessario uno stretto scambio con Net Zero Cities, il consorzio europeo responsabile del coordinamento della Missione, e con le altre città per formalizzare un documento standard che sia rappresentativo delle specificità e dei bisogni di ognuna delle città.

 

sergi veraponte – fondazione innovazione urbana

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