Con 23 voti favorevoli e 10 astenuti, il 29 luglio 2022 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato una modifica del Regolamento del Comune per definire in che modalità si possa indire e svolgere un’Assemblea Cittadina.

 

Era una delle richieste di Extinction Rebellion, quella di poter attivare uno strumento per permettere alla cittadinanza di partecipare attivamente alla definizione delle politiche climatiche della città. Un anno fa, al termine della precedente amministrazione comunale, era stato approvata la modifica dello Statuto comunale in modo che l’assemblea dei cittadini diventasse uno degli strumenti previsti. Ora il Consiglio comunale ha approvato le regole attraverso cui questo strumento partecipativo funziona. Per capire meglio abbiamo fatto tre domande alla vicesindaca Emily Clancy.

 

Che cosa cambia con questa modifica?

Sostanzialmente diamo attuazione alla modifica statutaria della fine del mandato scorso, in cui si prevedeva appunto l’istituzione dell’assemblea cittadina. Perché gli diamo concretamente le gambe: modifichiamo il regolamento del nostro ente [il Comune, NdR] sui diritti di partecipazione e informazione dei cittadini, prevedendo nel titolo V (“Forme di partecipazione collettiva all’elaborazione e alla verifica delle politiche comunali”) proprio questo nuovo strumento. Quindi aggiungiamo il capo terzo, “Assemblea Cittadina” – e sostanzialmente definiamo il nuovo regolamento che dà le linee, gli indirizzi e le regole per definire, indire e comporre l’assemblea cittadina, oltre alle modalità di svolgimento. 

Abbiamo però seguito le linee espresse dal tavolo di negoziazione e attuato la modifica statutaria in linea con il lavoro della fine del mandato scorso. Con questa votazione delle modifiche e integrazioni al regolamento, quindi, ora possiamo formalmente attivare l’assemblea.


Leggi anche Assemblee cittadine: una risposta incisiva alla crisi climatica e democratica


Adesso quali sono i passi che ci possiamo aspettare per un’assemblea cittadina sulla crisi climatica?

Diciamo che con la modifica del regolamento diamo le regole per attivare le assemblee, in particolare la prima assemblea cittadina. Questo permette agli uffici di svolgere un’attività corretta e ordinata di campionamento e adesione dei cittadini e delle cittadine, che saranno selezionati con un campione rappresentativo per genere, bilanciato per zone all’interno della città, in modo che non tutti i cittadini e le cittadine siano dello stesso quartiere. Ci saranno anche city user. Quindi, per esempio, possiamo prevedere studenti e studentesse universitarie residenti a Bologna che non hanno la cittadinanza italiana. Insomma allargare quanto più la partecipazione perché rifletta poi la reale società e composizione della nostra città, per quanto in piccolo.

Da qui alla fine dell’anno prevediamo di attivare l’assemblea nella sua prima edizione e sarà un’assemblea sul clima come ci chiedeva anche il movimento che ce l’ha proposta, Extenction Rebellion, e usarla per scrivere in maniera partecipata il contratto sul clima previsto dalla missione europea sulla città neutrali. Vogliamo che questo contratto sia conosciuto e partecipato nella scrittura dalla cittadinanza. Quindi sarà uno strumento che ci è utile anche per rafforzare la missione nella sua accezione di “by and for the citizens”: per i cittadini e fatta dai cittadini.


Leggi anche l’intervista ad Annalisa Boni sulla Missione della città neutrale


Quali sono le tempistiche?

Ora partirà la richiesta nei primi consigli di settembre, appena si ritorna dalla pausa di agosto del Consiglio comunale di attivare la prima assemblea con questo oggetto di candidatura e di scrittura del climate city contract. Quindi entro autunno partirà la prima assemblea. Ci vuole un po ‘di tempo per il sorteggio statistico, l’adesione dei cittadini e poi la partenza effettiva del processo, perché è un percorso deliberativo che può durare da tre a sei mesi. Prevediamo, però, di riuscire ad attivarla già in questo autunno, in modo che al massimo entro la primavera, abbia concluso la sua funzione dando le sue proposte, le sue raccomandazioni, i suoi pareri in merito alla scrittura partecipata del contratto sul clima.

Sono degli obiettivi importanti, soprattutto in questa fase storica. Diciamo che progettare e realizzare la transizione ecologica in modo collaborativo e collettivo risponde davvero all’urgenza di trovare una strada per promuovere quel cambiamento fondamentale di cui abbiamo bisogno, anche nei comportamenti individuali e nelle politiche di tutela del clima. E l’Assemblea giocherà un ruolo fondamentale di rinnovo degli istituti di democrazia rappresentativa e promozione di grande cambiamento anche comportamenti collettivi.

Scrivi un commento

Un progetto di Fondazione Innovazione Urbana