Se ci si prendesse il tempo di leggere gli impegni proposti dagli Stati nei Contributi Nazionali Determinati (o Nationally Determined Contributions – NDC) dove, come richiesto dall’Accordo di Parigi sul clima, gli Stati devono proporre azioni e obiettivi di riduzione delle emissioni, ci si accorgerebbe che siamo ben lontani da centrare l’obiettivo di contenere, entro il 2100, l’innalzamento della temperatura globale il più possibile vicino a 1.5°C.
Ad oggi, infatti, a livello globale stiamo navigando lungo una rotta che ci porterebbe ad una riduzione, al 2030, solamente dell’1% rispetto al 2010, quando sarebbe necessaria una diminuzione di ben il 45% delle emissioni di gas climalteranti.
Come fare, dunque, ad accelerare questo processo in un periodo di sfiducia e di difficoltà economica e sociale come questo? Quali azioni possono essere messe in campo, tra le varie possibili, per ridurre le emissioni senza “lasciare indietro nessuno” come richiesto dalla definizione di Transizione Giusta?
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Forse una possibilità c’è ed è racchiusa, ancora una volta, nella determinazione dei cittadini e nella forza con cui singolarmente, e poi tutti insieme, sono capaci di attuare un cambiamento e di esigere la possibilità di esprimere i propri diritti anche in un ambito, come quello scientifico, che per molti anni è stato considerato elitario. Tema, a ben vedere, già sancito nel lontano 1998 dalla Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, che riconosce il diritto di accesso alle informazioni sullo stato dell’ambiente e a godere di un futuro salubre e in linea con le nostre esigenze ed aspettative.
Il primo incontro del Tavolo di negoziazione
Un esempio della forza di volontà dei cittadini, e della loro voglia di esercitare questo diritto, arriva dal percorso per la definizione delle linee guida per organizzare l’Assemblea cittadina sul clima a Bologna, come specificato nella Dichiarazione di Emergenza ecologica e climatica. In quest’ottica, dopo un percorso di adesione durato circa tre settimane, il 17 marzo, si è tenuto il primo incontro del Tavolo di Negoziazione a cui partecipano soggetti appartenenti ad organizzazioni – formali e non – per discutere di come attuare questo intricato, ma affascinante, percorso. La prima seduta si è svolta tra leggere tensioni e discussioni costruttive ed interessanti.
Divisi in stanze virtuali e con il supporto di tre moderatori della Fondazione Innovazione Urbana, i 45 partecipanti provenienti dal mondo delle imprese, da realtà ambientaliste e sociali, nonché dalle istituzioni, hanno discusso soprattutto degli attori che ha senso coinvolgere nel percorso, a seconda delle necessità e in base alle esperienze già nate all’estero e di cui si è discusso negli incontri preliminari e nelle Commissioni Consiliari organizzate dal Comune di Bologna.
Tali attori sono stati divisi in tre macro-categorie: cittadini, stakeholder del mondo economico-sociale, ed esperti, e i partecipanti hanno avuto modo di dialogare sull’apporto che ciascuna di queste potrebbe assicurare all’assemblea e sul metodo da utilizzare per incentivare la partecipazione di un numero cospicuo di soggetti.
Sì, perché una delle parole d’ordine utilizzata in tutti i gruppi, e da quasi tutti coloro che hanno preso la parola, è stata “inclusione”.
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Da Impronta Etica – associazione senza scopo di lucro per la promozione e lo sviluppo della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), ai delegati del gruppo di attivisti di Extinction Rebellion, dai rappresentanti di vari gruppi consiliari, al Comune stesso, e passando per esponenti dell’economia locale, tutte e tutti si sono trovati concordi nel ritenere che le assemblee sul clima devono essere un potenziamento della democrazia rappresentativa e devono dare voce ad un ampio bacino di persone che si riconoscono principalmente in quelli che vengono chiamati city user.
I membri delle assemblee sul clima che dovrebbero avere quindi diritto di voto, parola e partecipazione dovranno essere statisticamente rappresentativi della popolazione di riferimento, ivi inclusi tutti coloro che conducono la propria vita, o svolgono gran parte delle loro attività, nella città di Bologna indipendentemente dalla residenza. Una sfida non facile da compiere per chi dovrà suddividere la popolazione in campioni di riferimento, vista la mancanza di dati aperti e accessibili riferiti ad esempio a coloro che vivono la città in modo temporaneo o parziale, come ad esempio i pendolari. Tuttavia, questo criterio ha l’indubbio vantaggio di includere l’ampia popolazione di studenti che vivono per molti anni a Bologna e hanno il diritto di contribuire alle decisioni che impattano sulla loro salute e sulla loro qualità della vita. Inclusi i sedicenni che, includendo l’intera fascia fino ai 18 anni, secondo l’Ufficio di Statistica del Comune, costituiscono un bacino di circa 9.000 persone.
Importante, anche, assicurare la rappresentatività di genere e di età, lavorando per coinvolgere anche quelle fasce di popolazione solitamente escluse, come gli anziani, i giovanissimi, e i cittadini stranieri che, vuoi per barriere culturali o linguistiche, non sono spesso raggiunti dai percorsi di partecipazione attivati in città.
Per assicurare un’adeguata rappresentanza all’interno dell’Assemblea, i partecipanti hanno discusso di quale potrebbe essere il metodo più equo e rappresentativo proponendo svariate forme di selezione, dal campione stratificato all’autocandidatura. Nell’ottica di garantire non solo rappresentanza ed equità, ma anche un’adeguata preparazione, percorsi di formazione potrebbero essere introdotti come base del percorso assembleare assicurando, così, non solo la partecipazione di un ampio bacino di utenti, ma anche l’accesso ad informazioni e documenti che consentiranno a tutti e a tutte di votare in base a conoscenze scientifiche serie ed accurate.
Tra i nodi da sciogliere nei prossimi incontri del Tavolo, e in successivi momenti di approfondimento con tecnici ed esperti, vi è quello che riguarda il gettone di presenza o, comunque, la previsione di una qualche forma di rimborso spese per facilitare la partecipazione del maggior numero di persone possibile. Perché, ancora una volta, la parola d’ordine sia “inclusione”.
> Per sapere di cosa si è discusso nel dettaglio, consulta il report integrale dell’incontro.
Il secondo incontro del Tavolo di negoziazione
Si è svolto martedì 23 marzo il secondo incontro del Tavolo di Negoziazione al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo dell’associazionismo – da Libera alla Rete delle Lotte Ambientali bolognesi, passando per Extinction Rebellion – dell’imprenditoria – da Hera alla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Bologna – alle istituzioni locali – dalla Vicesindaca Valentina Orioli ad alcuni consiglieri comunali.
Un incontro che si è svolto in digitale, prima in plenaria e successivamente in tre gruppi di lavoro. Tre gli obiettivi principali: discutere dei temi su cui l’Assemblea cittadina sul clima dovrà concentrarsi a partire dal macro tema posto dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica “Bologna carbon-neutral entro il 2030”, confrontarsi sui risultati che potrà produrre e sugli strumenti e i processi attraverso cui l’Amministrazione comunale si farà carico dei risultati dell’Assemblea.
Tra i temi caldi emersi vi è sicuramente la relazione tra Consiglio, Giunta Comunale e Assemblea. Se da una parte, infatti, i risultati emersi da quest’ultima saranno discussi dal Consiglio comunale e potranno essere recepiti dall’Amministrazione, dall’altra i partecipanti si sono interrogati e hanno discusso di chi avrà effettivamente il potere di attivarla.
Altro nodo da sciogliere è l’istituzione di uno strumento giuridico e amministrativo che consenta al Comune di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato con l’adozione della Dichiarazione di emergenza ecologica e climatica. Sfida, questa, che renderà necessario un approfondimento dei vari strumenti adottabili da parte di tutti i partecipanti al Tavolo, con il fine ultimo di dare un reale contributo alla lotta al cambiamento climatico.
Il tema oggetto di dibattito del prossimo incontro sarà la governance dell’Assemblea e il suo funzionamento.
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Il terzo incontro del Tavolo di negoziazione
Martedì 30 marzo si è svolto, come di consueto, un nuovo incontro del Tavolo di Negoziazione. Fulcro della discussione è stata la definizione e la validazione di alcuni punti nodali della governance e del funzionamento dei lavori dell’assemblea. Da un lato, dunque, il tavolo ha lavorato per definire le fasi del processo e la durata dei lavori dell’assemblea, dall’altro la natura, la nomina e la composizione degli organismi di gestione e di garanzia.
Un gruppo nutrito di 23 partecipanti provenienti dal mondo dell’industria, delle istituzioni e dell’associazionismo, supportati nella discussione da alcuni collaboratori della Fondazione Innovazione Urbana, sono stati suddivisi in gruppi di lavoro e riuniti in un’unica assemblea plenaria, per rispondere ad alcuni quesiti fondamentali in merito alla durata che dovrà avere l’Assemblea, le sue fasi, il modello decisionale più opportuno e i soggetti titolati a prendere le decisioni.
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Comitato di Garanzia: decisi i nomi dei componenti
Come anticipato nel corso del primo e del secondo incontro, i lavori dell’Assemblea saranno supervisionati e accompagnati da un Comitato di Garanzia che, nello specifico, avrà il compito di “verificare il rispetto dei tempi, delle azioni previste, dell’applicazione del metodo e il rispetto del principio di imparzialità dei conduttori e ha funzioni di monitoraggio dell’esito del processo”.
I nomi dei tre Garanti, che avranno un ruolo indipendente e agiranno nell’interesse di tutti, sono:
- Marianella Sclavi, Etnografa e fondatrice di Ascolto attivo srl;
- Franco Mosconi, Professore ordinario di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma;
- Stefano Sotgiu, Fondatore ed amministratore Qidd Srls, Co-fondatore ed amministratore Policy Snc.
Il Comitato si è riunito venerdì 9 aprile per condividere le fasi del progetto regionale, la descrizione del ruolo del Comitato di Garanzia e il metodo di lavoro dei primi tre incontri del Tavolo di Negoziazione. Nel corso dell’incontro, sono state raccolte riflessioni e sono state affrontate questioni rilevanti tra cui la definizione delle successive modalità di lavoro.
> Per sapere di cosa si è discusso nel dettaglio, consulta il report integrale dell’incontro.
Valeria Barbi – Fondazione Innovazione Urbana
Politologa e naturalista, Valeria si occupa di cambiamenti climatici e sostenibilità, dapprima nell’ambito della ricerca e dello studio delle politiche, e poi degli impatti sugli ecosistemi e l’ambiente urbano. E’ divulgatrice scientifica e, per la Fondazione, coordina i progetti europei e collabora al progetto editoriale Chiara.eco
Per la composizione dell’Assemblea penso che il punto di partenza debba essere la decisione sul numero dei componenti, tenendo conto della possibilità di gestirne lo svolgimento. In seconda battuta credo che si dovrebbe dare ampia pubblicità alla iniziativa chiedendo agl’interessati di manifestare la propria volontà di partecipare e di dare un contributo. A questo punto si dovrebbe operare la scelta tramite sorteggio in modo da assicurare la rappresentatività di genere, di età e di territorio. Giusto fare partecipare anche city users.
Si dovrebbero limitare al massimo gli oneri di partecipazione, in modo che il rimborso spese sia davvero simbolico o quasi e comunque non tale da incentivare alla partecipazione i non interessati.