L’ARPA Emilia-Romagna ha pubblicato a novembre 2022 l’inventario delle emissioni di inquinanti, sia in Regione che a Bologna.
L’inventario, con cadenza triennale, riporta i livelli di sostanze inquinanti emesse in atmosfera e le loro fonti di emissioni. Queste sostanze sono numerose e prodotte da diversi settori. Recentemente ci siamo occupati dei livelli dei gas climalteranti e delle polveri sottili, sia a Bologna che in Emilia-Romagna. In questa secondo articolo ci concentriamo su un’altra classe di sostanze prodotte dall’attività umana: i cosiddetti microinquinanti.
Fanno parte dei microinquinanti i metalli pesanti e il benzo[a]pirene (BaP). Questi elementi sono spesso responsabili della formazione di particolato secondario e dell’eccesso di molecole di ozono, che si accumulano nell’aria che respiriamo. Come riporta il sito dell’ARPA Emilia-Romagna: “Il particolato primario, emesso da attività prevalentemente antropiche, impatta tal quale su di noi e sull’ambiente. Il [particolato] secondario si forma invece in atmosfera dove, come in un laboratorio, trasformazioni chimico-fisiche generano nuovi inquinanti.” In altre parole, le sostanze che arrivano in atmosfera possono trasformarsi e combinarsi con altri elementi e creare “nuovi” inquinanti.
Leggi anche la prima parte: Chi sta inquinando Bologna? dedicato alle emissioni dei gas inquinanti
I metalli pesanti che vengono monitorati sono l’arsenico (As), il cadmio (Cd), il nichel (Ni) e il piombo (Pb) perchè sono quelli che mostrano un livello di tossicità più elevato. In particolare, sono indicati come cancerogeni dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (AIRC). Anche se non rientra fra i metalli, il benzo[a]pirene è anch’esso un agente cancerogeno, motivo per cui viene normalmente trattato assieme a queste altre sostanze. Il benzo[a]pirene è una grande molecola composta da numerosi atomi di carbonio e fa parte di un gruppo di composti chimici noti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA), sostanze altrettanto tossiche. Come riportato sempre sul sito dell’ARPA Emilia-Romagna, il benzo[a]pirene viene utilizzato come indicatore per l’intera classe di idrocarburi. Ulteriori informazioni possono essere ricercate sul portale dell’ARPAE al seguente indirizzo.
La situazione nella città metropolitana
I grafici mostrati di seguito derivano e rappresentano i valori riportati nell’inventario. Per ogni macrosettore, riportato in colonna a sinistra, si ha una stima della quantità (espressa in kg) di metalli o benzo[a]pirene totali rilasciati nell’atmosfera in un anno. Nel primo grafico vengono riportati i kg di metalli (arsenico, cadmio, nichel e piombo) per ogni macrosettore, mentre il secondo grafico è dedicato esclusivamente al benzo[a]pirene, in quanto molecola organica diversa dai metalli, ma anch’essa espressa in kg emessi per anno.
I dati mostrano quindi che sostanze dal potenziale cancerogeno come i metalli e il benzo[a]pirene che si trovano nell’aria che respiriamo a Bologna sono per lo più prodotte da attività umane. In particolare, le stime per Bologna indicano che il cadmio e l’arsenico presenti nel particolato atmosferico provengono principalmente dalla combustione non industriale, ossia dal riscaldamento domestico, istituzionale e commerciale.
I valori più alti e preoccupanti però sono quelli di nichel e piombo prodotti dalle emissioni su strada. Il settore del trasporto su strada “include tutte le emissioni dovute alle automobili, ai veicoli commerciali leggeri e pesanti, ai motocicli, ciclomotori e agli altri mezzi di trasporto su gomma, comprendendo sia le emissioni dovute allo scarico sia quelle da usura dei freni, delle ruote e della strada”, come riporta l’inventario.
Sebbene siano i macrosettori con quantità maggiori di metalli e benzo[a]pirene emessi, non sono gli unici responsabili delle emissioni di queste sostanze. È necessaria un’azione congiunta e organica per riuscire a ridurre le emissioni: ogni settore è responsabile a suo modo e l’inventario fornisce una visione generale che permettere di combattere l’inquinamento agendo contemporaneamente su più fronti.
La situazione in Emilia-Romagna
A livello regionale troviamo tra i responsabili delle emissioni di metalli pesanti e benzo[a]pirene le stesse attività che abbiamo incontrato parlando dell’area metropolitana.
Il diesel è il carburante che rilascia nell’ambiente quantità maggiori di cadmio, nichel, piombo e benzo[a]pirene. Ma sono l’usura e i freni a raggiungere i valori più alti di metalli emessi in atmosfera, in particolare il piombo: 3270 kg su 3407 kg totali rilasciati sono attribuibili all’usura e ai freni. Le emissioni da usura includono quella meccanica fra parti del veicolo stesso (sistema frenante, frizione, pneumatici), di corrosione delle vetture o delle strade.
Sono stati registrati alti livelli di nichel nel macrosettore nominato “altre sorgenti mobili e macchinari”. Questi valori sono attribuibili principalmente a due attività: al consumo di carburante (benzina e diesel) dei mezzi utilizzati in agricoltura e al traffico marittimo, sia nazionale che internazionale, relativo al porto di Ravenna.
In sintesi, come per i macroinquinanti e le polveri sottili, i settori con maggiori emissioni sono quello della combustione non industriale, rappresentato principalmente dal riscaldamento, e il trasporto su strada.
L’inventario realizzato dall’ARPA regionale è importante per diverse ragioni. Non solo stima le emissioni rilasciate in atmosfera che sono prodotte dalle attività umane, ma dall’analisi dei dati che contiene permette di identificare i settori maggiormente inquinanti. Una base sulla quale dovrebbero muoversi le politiche preventive e correttive.
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benedetta pagni