Dopo la nomina dei tre comitati per la gestione sono partite le lettere di invito per partecipare ai lavori dell’Assemblea cittadina. Ma come sono state effettuate le selezioni? Lo abbiamo chiesto a Silvia Marreddu dell’Ufficio Comunale di Statistica

Con la delibera dello scorso 21 febbraio, la Giunta comunale ha stabilito che gli inviti a partecipare all’Assemblea cittadina dovevano essere inviati entro la fine di febbraio. Mettere a punto le procedure per l’estrazione delle persone da invitare, oltre che i chiarimenti sul fronte della privacy, è una novità assoluta non solo per Bologna, ma per in generale l’amministrazione locale italiana. Una situazione che ha avuto effetti sulla road map prevista e che presenta ancora alcune incognite, come per esempio il tasso di risposta agli inviti stessi.

 

Come si compone l’Assemblea: 80 residenti

Il numero delle persone partecipanti è stato già stabilito in 100, suddivise tra 80 residenti e 20 che vengono definite “city users”, cioè persone non residenti ma che in qualche modo vivono la città. Ma come vengono individuate? “Il confronto è stato lungo e articolato”, spiega Silvia Marreddu, dirigente dell’Ufficio Comunale di Statistica, “perché si voleva dare massima rappresentanza possibile a tutti gli abitanti e a chi vive la città”. Marreddu e il suo ufficio hanno messo a punto la metodologia per l’estrazione dei nominativi dagli archivi dell’anagrafe e delle altre entità coinvolte.

Per quanto riguarda le 80 persone residenti, queste devono essere equamente distribuite in quattro criteri: quartiere di residenza, genere, classe di età (scegliendo di includere le persone dai 16 anni in su) e cittadinanza (italiana o non italiana). I criteri sono stati scelti in base alla disponibilità dei dati anagrafici, per cui per esempio i dati sulla popolazione vengono raccolti con la sola possibilità di indicare il genere maschile o quello femminile, senza nessun’altra possibilità. Nel caso della cittadinanza non italiana, invece, “visto il piccolo numero delle persone selezionate”, spiega Marreddu, “non era possibile garantire una rappresentazione di tutte le comunità nazionali presenti in città”.

Va precisato subito che la composizione dell’assemblea “non ha validità statistica”, ma è un tentativo di dare la massima rappresentanza possibile della città attraverso l’estrazione casuale dei nominativi. Una volta individuati i criteri per l’estrazione, sono quindi il settore innovazione digitale e quello anagrafe a eseguire l’operazione per inviare quindi le lettere di invito.

 

I nominativi per le sostituzioni

“Ci siamo preoccupati anche delle sostituzioni”, spiega Marreddu, “perché a fronte dell’invio dei primi 80 inviti non possiamo sapere quale sarà il tasso di risposta”. Ci saranno persone che nel frattempo sono decedute, altre che non rispondono alla convocazione, altre ancora che si sono nel frattempo trasferite. Per questo è stato predisposto che ci siano almeno 800 nominativi di potenziali nominativi di riserva. Si tratta di una sfida non facile, perché le sostituzioni devono rispettare i criteri scelti. Per esempio, se uno dei nominativi è una persona di una certa classe di età, residente nel Quartiere San Donato, di genere femminile e di cittadinanza italiana, anche l’eventuale sostituta dovrà rispettare gli stessi criteri.

 

20 non residenti

I venti posti riservati per i city users sono suddivisi a metà tra studenti fuori sede e abbonati di Tper che non risiedono a Bologna. Per quanto riguarda la prima categoria, si tratta di persone tutte all’interno della stessa classe d’età e l’unico criterio da rispettare è il bilanciamento di genere. Nel caso della seconda categoria, le classi di età sono invece più ampie. “Certo potrebbe succedere che un’abbonata Tper sia anche iscritta all’Università”, precisa Marreddu, che racconta come siano state le stesse Università e Tper a fornire gli elenchi per l’estrazione dei nominativi. Anche in questo caso si prevede una lista di nominativi per le eventuali sostituzioni, composta di 200 componenti.

Marreddu e l’Ufficio Statistico del Comune non esauriscono il proprio ruolo dopo aver indicato la metodologia per l’estrazione. Continueranno, infatti, a monitorare che i criteri indicati siano rispettati nella composizione dell’Assemblea e sono anche pronti ad aggiustamenti che dovessero rendersi necessari, come per esempio la possibile necessità di nuovi nominativi per le sostituzioni. “È una prima volta per tutti”, conclude, “per cui è anche un’occasione per imparare qualcosa di nuovo e mettere in piedi procedure inedite”.

Un commento

  • Paolo ha detto:

    Premesso che ho seguito da vicino, in collaborazione con la FIU, il percorso che ha portato alla istituzione dell’Assemblea dei Cittadini per il Clima e che ne condivido le finalità, formulo alcune osservazioni.
    Innanzitutto non parlerei di rappresentanza ma di rappresentatività del gruppo di cittadini/e che verranno estratti: essi/e infatti non rappresenteranno i cittadini bolognesi che non li conoscono e che non contribuiscono alla loro scelta (come capita per i parlamentari o i consiglieri comunali). Inoltre continuo a pensare che sarebbe stato meglio fare precedere la estrazione a sorte da una sorta di bando a cui dare la massima pubblicità, con cui spiegare il senso e lo scopo dell’Assemblea, ed il Progetto (Missione Clima – Bologna città carbon neutral al 2030) al quale chi verrà estratto sarà chiamato a collaborare. In questo modo si sarebbe dato risonanza cittadina al Progetto, che richiederà in effetti la massima partecipazione e si sarebbe evitato la fase di sostituzione dei rinunciatari. L’estrazione sarebbe stata effettuata, con i 4 criteri di selezione scelti, solo tra chi avesse dichiarato il proprio interesse.

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