La guerra in Ucraina ha reso ancora più evidente la necessità di una transizione energetica più veloce. Ma in Italia molti nuovi impianti rinnovabili sono bloccati dalla burocrazia.


Lo scoppio della guerra in Ucraina ha reso ancor più evidente la necessità di puntare sulla produzione di energie rinnovabili. Rimanere dipendenti dai combustibili fossili non è una scelta poco lungimirante solamente sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello della geopolitica.

Lo ha sottolineato anche il premier Mario Draghi, che poco dopo l’ingresso delle truppe russe in Ucraina ha dichiarato: “Le attuali tensioni geopolitiche e la necessità di ridurre la nostra dipendenza dal gas russo rendono ancora più urgente il bisogno di investire nella transizione ecologica”. Purtroppo però molte richieste di valutazione di progetti per nuovi impianti eolici e fotovoltaici sono bloccati in attesa di valutazione di impatto ambientale (VIA). Lo fotografa il rapporto “Le Regioni e il Permitting” di R.E.gions2030 presentato il mese scorso. Si tratta del risultato di un progetto di due società di consulenza, Public Affairs Advisors ed Elemens, che analizza gli ostacoli nell’adozione delle rinnovabili nelle regioni italiane.

 

Una grande sproporzione

Dal 2018 al 2021, cioè nel periodo monitorato dal rapporto, in Italia si è registrato un costante aumento delle richieste di autorizzazione di nuovi impianti di produzione da fonti rinnovabili. Ma parallelamente mette in evidenza una sproporzione sostanziale tra il numero delle richieste e le autorizzazioni. All’inizio del 2022 risultano ancora in corso gli iter di valutazione di impianti per 25 GW eolici e 34 GW fotovoltaici.

Secondo quanto riportato dal rapporto, c’è una forte resistenza da parte delle Regioni e del Ministero della Cultura per quanto riguarda proprio le VIA, soprattutto sul fronte dell’eolico. Le Regioni hanno infatti espresso 46 pareri negativi sui 47 pareri forniti, mentre per il Ministero sono 41 negativi su 47.

 

Tempi troppo lunghi

In generale, però, è la lentezza del processo di valutazione a rappresentare un enorme ostacolo. L’80% dei progetti autorizzati non può comunque essere costruito. Il parere positivo è arrivato troppo tardi e ormai il progetto risulta tecnologicamente obsoleto. Servono quindi delle varianti e degli adeguamenti, che però a loro volta devono essere valutati. Si entra perciò in una specie di circolo vizioso poco efficiente.

Non ha risolto il problema nemmeno la centralizzazione delle valutazioni per l’eolico che il governo ha messo in campo. La misura rientrava nel cosiddetto Decreto semplificazioni del maggio del 2021 e prevedeva che le VIA per 10 GW – praticamente tutto – l’eolico fossero di competenza statale. Non più tardi di marzo 2022, infatti, lo stesso capo del governo dichiarava che sbloccare le autorizzazioni è un nodo cruciale.

 

La situazione dell’eolico

I target nazionali sul fronte dell’energia eolica prevedono che dal 2021 al 2030 si installino 12,3 GW di nuova capacità. Di questi, 9,1 GW sono impianti on-shore e 3,2 GW invece off-shore. A fine dell’anno scorso, risultava installata una capacità totale di 11,3 GW, con 1,6 GW di ulteriore eolico on-shore prossimi all’entrata in esercizio.

A fronte di un aumento costante delle richieste, però, non si è registrato lo stesso passo nell’autorizzazione e nelle valutazioni. Si legge nel rapporto che “a titolo esemplificativo, dei 1.370 MW (1,3 GW) per cui è stata presentata istanza nel 2018, 788 MW, pari al 57,5%, sono ancora fermi in attesa di completare la prima parte dell’iter di permitting, quello della Valutazione di Impatto Ambientale. Come prevedibile, il dato dei progetti fermi aumenta man mano che i progetti diventano più recenti: si tratta del 79,3% dei progetti presentati nel 2019, del 90% dei progetti presentati nel 2020 e del 99,9% dei progetti presentati nel 2021”.

La situazione del fotovoltaico

L'obiettivo dell'Italia al 2030 è l'installazione di nuovi impianti per un totale di 27,9 GW di capacità.  "A fine 2021", si legge nel rapporto, "risultava installata una capacità fotovoltaica totale di 22,7 GW, con ulteriori 4 GW prossimi all’entrata in esercizio". Il che significa che per raggiungere gli obiettivi bisognerà autorizzare 3 GW l’anno di nuovi progetti fotovoltaici per i prossimi 8 anni.

Anche per il fotovoltaico, le procedure di valutazione avanzano con lentezza. "A titolo esemplificativo", leggiamo nel rapporto, "il 48,4% dei progetti per cui è stata fatta richiesta nel 2019 è ancora oggi in attesa del giudizio di compatibilità ambientale (primo step del percorso autorizzativo). Tale valore, come immaginabile, cresce significativamente nel 2020, quando a fronte di 14,5 GW di istanze presentate, il 79,5% della nuova capacità è ferma in attesa di giudizio di compatibilità, e nel 2021, anno in cui il 92,4% della capacità solare presentata è rimasto in attesa di valutazione".

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marco boscolo - formicablu

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