La pandemia sta cambiando il modo in cui ci muoviamo: nell’ultimo anno, per le strade di Bologna abbiamo visto crescere la popolarità di monopattini e bici elettriche, ma anche – in modo preoccupante – il numero di persone che si muovono in auto. E se in questo momento molti evitano i trasporti pubblici, alcune grandi città nel mondo stanno sfruttando la pandemia da COVID-19 per ripensare la mobilità e privilegiare la creazione di aree pedonali e ciclabili. Cosa rimarrà di queste sperimentazioni, quando torneremo a lavorare, studiare, muoverci come prima?

Per capire come cambierà la mobilità nell’area metropolitana di Bologna nei prossimi anni, al di là della pandemia, lo strumento più utile è il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (o PUMS), approvato nel novembre 2019. Il PUMS disegna la mappa per gli interventi sulla mobilità e sulle infrastrutture dei trasporti fino al 2030: alcuni di questi iniziano a essere già visibili, come il tratto della Ciclovia del Sole sull’ex tracciato della ferrovia Bologna-Verona. Altri sono nel pieno della discussione: proprio nelle prossime settimane, per esempio, ci saranno gli incontri online per discutere la proposta della Linea Verde del tram, che – almeno secondo il progetto attuale – andrà da Via dei Mille fino a Castel Maggiore.

Consultando il PUMS (qui una sintesi divulgativa), però, ci si può fare un’idea più chiara degli obiettivi e dei princìpi di fondo a queste singole iniziative. La visione, nelle parole del Presidente del Comitato Scientifico Ennio Cascetta, è di fare di Bologna un “campione nazionale ed europeo della mobilità sostenibile”, in cui nel 2030 sia sostenibile il 60% della mobilità dell’area metropolitana e il 70% di quella della città di Bologna. L’obiettivo è di ridurre le emissioni di gas serra derivate dal traffico del 40% rispetto ai livelli del 1990 (in linea con le riduzioni proposte dall’Unione Europea per rispettare l’accordo sul clima di Parigi), con iniziative che promuovano l’accessibilità, la tutela del clima, la salute e la qualità dell’aria e la sicurezza stradale.


Tra gli obiettivi previsti dal PUMS c’è la riduzione del traffico da auto private, per favorire gli spostamenti a piedi, in bici o con i trasporti pubblici. (Fonte: PUMS)

 

Più spazi per pedoni e ciclisti

Razionalizzare il traffico non sarà sufficiente per ottenere questi obiettivi: il PUMS prevede un netto incoraggiamento agli spostamenti e piedi e in bicicletta, con la pedonalizzazione di almeno il 20% della superficie dei centri storici di ogni Comune dell’area metropolitana e la realizzazione di 698 km di nuove piste ciclabili, a fronte dei 246 attuali (le piste ciclabili, quindi, verrebbero quasi triplicate). In aggiunta, il piano prevede la creazione di una seconda rete ciclabile, composta di 18 direttrici che collegherebbero i principali centri urbani tra loro, con più possibilità di portare la bici a bordo di treni, metrobus e tram e una rete di nuove velostazioni e velopark. In questo modo, la bicicletta potrebbe diventare davvero un’alternativa valida per i pendolari e per chi si sposta al di fuori del centro di Bologna.

In questo contesto, però, sarà fondamentale ridurre le situazioni di rischio per chi va a piedi e in bici. Secondo i dati ISTAT del 2019, gli incidenti – anche mortali – che coinvolgono biciclette, bici elettriche e monopattini sono in aumento: nel 2019, i ciclisti morti a causa di incidenti stradali sono aumentati del 15% rispetto al 2018. Un aumento che si spiega anche a causa del numero crescente di persone che si spostano scegliendo la cosiddetta mobilità dolce; nel 2019, infatti, il 25% di tutti gli spostamenti quotidiani in Italia è avvenuto in bici, a piedi, o con i nuovi piccoli veicoli elettrici. Con più del 70% del totale degli incidenti stradali che avviene sulle strade urbane, in particolare agli incroci, va messa particolare attenzione sui punti di contatto tra le corsie per le auto e gli spazi riservati a ciclisti e pedoni. Molte associazioni di ciclisti chiedono la realizzazione di piste ciclabili a sede propria, separate dalle strade da ostacoli fisici come cordoli o aiuole, che garantiscono più sicurezza ai ciclisti e impediscono che le corsie ciclabili siano impropriamente usate come parcheggio. C’è anche attenzione sulla casa avanzata, uno spazio riservato alle bici negli incroci con semaforo, che dà la possibilità ai ciclisti di posizionarsi davanti alle auto – aumentando così la visibilità, e quindi la sicurezza, dei ciclisti che devono svoltare.

Il PUMS prevede azioni mirate (anche se, al momento, non specificate), in particolare agli incroci e nei punti di attraversamento, in cui si concentrano le probabilità di incidenti che coinvolgono anche le auto. Sempre per ridurre gli incidenti – in particolare quelli che coinvolgono bambini e anziani a piedi – il Comune prevede di portare entro il 2025 il limite di velocità sulle strade residenziali urbane a 30 km/h, con zone a 10 km/h vicino alle scuole (ma mantenendo il limite di 50 km/h sulle strade urbane con più traffico di auto).


La rete delle piste ciclabili previste dal PUMS.

 

Trasporti pubblici più ecologici e integrati

Per rendere meno inquinante la flotta dei mezzi pubblici, l’obiettivo è acquistare solo mezzi ecologici: solo veicoli elettrici per la flotta urbana, e mezzi elettrici, ibridi o a metano per le tratte extraurbane. Entro il 2030, la ZTL di Bologna potrebbe diventare riservata solo ai veicoli elettrici; e anche nelle ZTL degli altri centri storici, l’ingresso ai veicoli inquinanti verrà vietato, gradualmente, fino a escludere anche i residenti.

Finché i trasporti pubblici non saranno un’alternativa veloce ed efficiente all’auto, però, è improbabile che gli inviti ad abbandonare i veicoli privati funzionino. Il trasporto su rotaia, che molti vedono come una valida alternativa per rendere le strade meno congestionate e gli spostamenti più ecologici, secondo un report del 2019 della Commissione Europea è ancora sottoutilizzato in Italia. Secondo le stime del PUMS, il potenziamento della rete dei trasporti pubblici porterà al 46% in più di spostamenti con i mezzi entro il 2030.

Questo potenziamento prevede la creazione di 7 corridoi extraurbani per bus e metrobus veloci, treni regionali più frequenti e – naturalmente – le molto discusse 4 linee di tram. La prima, la Linea Rossa, andrà da Borgo Panigale a San Donato, passando per il centro città, la stazione e la Fiera; potrebbe essere attiva entro il 2025 e, secondo le stime citate nel PUMS, sarà in grado di trasportare ogni giorno circa 90.000 persone.

Proprio il progetto del tram è stato al centro della fetta più grossa dei commenti e delle osservazioni di cittadini, enti e associazioni che hanno partecipato al perfezionamento del PUMS. Tra il 2018 e il 2019, infatti, la prima versione del Piano è stata oggetto di una ridefinizione a partire da circa 900 osservazioni (di cui 127 relative alle proposte per tram e terminal). Nelle prossime settimane pubblicheremo un approfondimento che racconterà le tappe del percorso partecipativo che ha portato alla versione attuale del PUMS.

La rete urbana, extraurbana e metropolitana, secondo il PUMS, sono connesse attraverso il Trasporto Pubblico Metropolitano (TPM).

 

Se il PUMS delinea l’orizzonte delle azioni generali del Comune per i prossimi anni, il documento da consultare per avere informazioni sulla loro attuazione a breve e medio termine è il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), approvato nel novembre 2019. Questo piano coordina gli interventi operativi dei sistemi di viabilità e mobilità, ed è poi a sua volta attuato da piani di progettazione più specifici.

 

Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con RADAR Magazine, testata online che racconta i cambiamenti del clima e dell’ambiente, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con la casa editrice Zanichelli.

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