Le persone che fanno vacanze con la bici sono in aumento. L’Emilia-Romagna è tra le regioni italiane più frequentate e ricche di percorsi, per tutti i livelli di esperienza

 

Il 2020 è stato un anno da record per la vendita di biciclette: i mezzi venduti sono stati due milioni, con un incremento del 14% delle bici muscolari tradizionali e di ben il 44% in più per le elettriche, secondo i dati ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori). Cosa significa questa crescita? Oltre alle persone che hanno approfittato degli incentivi statali e con la pandemia da COVID-19 hanno deciso di usare la bicicletta per gli spostamenti quotidiani, questi numeri includono anche molti nuovi appassionati di cicloturismo: secondo i dati del rapporto Isnart-Legambiente “Viaggiare con la bici, caratteristiche ed economia del cicloturismo in Italia”, nell’estate del 2020 i turisti che hanno fatto attività in bici sono stati una fetta importante. “Anche in conseguenza delle restrizioni alla mobilità e del lungo stop all’attività fisica e all’aria aperta, alla possibilità di “praticare sport” nella scelta della destinazione (32%) è stato attribuito lo stesso rango dei moventi storici della vacanza in Italia (presenza di bellezze naturali e patrimonio culturale)”, si legge nel rapporto. “In questo senso, tra le attività maggiormente praticate nei nuovi contesti di vacanza emergono su tutti trekking (39%) e bicicletta nelle sue varie forme (31%), che staccano di diversi punti percentuali attività tradizionalmente svolte nelle località di mare (immersioni, surf, vela)”. 

Non si tratta solo di esperti di bici da corsa o di persone che decidono di fare un viaggio on the road con la bici come solo mezzo di trasporto – le cosiddette vacanze sulla bici – ma anche di chi durante le vacanze fa brevi escursioni, per visitare con calma una città d’arte o un’area naturale – con la bici. C’è chi si porta il proprio mezzo da casa, e chi decide di noleggiare; tra i secondi ci sono in particolare i cicloturisti internazionali, che nel 2019 sono stati il 63% del totale. Chi sceglie le vacanze in bici esprime particolare interesse per le bellezze naturalistiche, ma anche per l’offerta enogastronomica locale (forse in previsione di cene rinfrancanti dopo le giornate spese a pedalare). 

 

Dall’Emilia-Romagna, in tutta Europa

Nel nostro paese il cicloturismo è un fenomeno che riguarda ancora principalmente le regioni del Nord, ma che sta crescendo anche in alcune zone del Centro e del Sud (in particolare la Sardegna). I turisti che si spostano in bicicletta infatti tendono a scegliere viaggi a breve raggio, spesso rimanendo nella regione di residenza. Quasi metà degli italiani in bici partono da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Quest’ultima, assieme al Trentino-Alto Adige, è anche una delle regioni più scelte come destinazione dagli italiani, mentre è molto meno gettonata dai turisti stranieri. 

Per l’Emilia-Romagna passano diverse direttrici importanti a livello italiano e anche europeo, come le Eurovelo: 17 strade di lunga percorrenza (90 mila km in totale) per attraversare l’Europa in bici. Sono percorsi non sempre segnalati o identificati come ciclistici, ma che permettono di spostarsi tra paesi, regioni o città diverse usando la bici come unico mezzo di trasporto. Spesso prevedono il passaggio per città d’arte e centri storici: un ottimo modo per abbinare al turismo sportivo quello culturale e artistico.

 Fa parte del tracciato della Eurovelo 7, che corre dalla Norvegia a Malta, la Ciclovia del Sole che collega Verona a Bologna (e che, nei prossimi anni, si allungherà fino a Firenze). Negli ultimi mesi è stato inaugurato il tratto di 50 km tra Mirandola e Osteria Nuova, sul tracciato della ex ferrovia: un percorso di pianura accessibile a tutti, che tocca borghi ricchi di storia e di specialità culinarie. Il percorso da Bologna a Osteria Nuova non è ancora stato realizzato, ma per il momento è stata affissa una segnaletica provvisoria per indicare il percorso consigliato (visibile anche nella mappa qui sotto), che dalla Tangenziale delle bici permette di arrivare fino alla ciclabile in sede propria della Ciclovia del Sole. Un percorso alternativo, per evitare le strade più trafficate nel primo tratto, è quello proposto da FIAB Bologna – Monte Sole Bike Group.

 

La Eurovelo 5 è un’altra strada ciclistica che attraversa l’Europa da nord a sud, partendo da Londra e arrivando fino a Brindisi. Nel tratto italiano, attraversa l’Emilia-Romagna tra Piacenza, Fidenza e Parma, poi si collega al percorso della Via Francigena e sbuca in Toscana. 

 

Per Piacenza passa anche la Eurovelo 8, che attraversa l’Europa da est a ovest. In Emilia-Romagna segue le strade secondarie parallele al corso del Po e unisce Piacenza a Ferrara. Il percorso dell’Eurovelo 8 poi prosegue verso nord, per Venezia e Trieste. 

 

Sulla costa adriatica, da Trieste alla Puglia, corre una pista di lunga percorrenza nazionale (non nel circuito delle Eurovelo) che segue in gran parte strade secondarie e solo in alcuni punti ha una corsia dedicata. Questi percorsi, però, possono anche essere affrontati integrando viaggio in treno e bicicletta; per esempio, percorrendo l’andata in bici e il ritorno in treno, o sfruttando i mezzi pubblici per evitare gli snodi più trafficati e i tratti in cui il percorso passa su strade meno sicure.

Pedalare nei parchi regionali

La formula “treno più bici” è ottima anche per avvicinarsi a itinerari naturalistici nei parchi e nelle aree protette, da affrontare in mountain bike. In Emilia-Romagna ci sono le dieci Ciclovie dei parchi, che collegano le aree naturali protette alle più vicine stazioni ferroviarie; ognuna si può percorrere in una o in mezza giornata. Sono itinerari eterogenei che permettono di visitare ambienti naturali con caratteristiche anche molto diverse: dai canneti lungo gli argini della Ciclovia del Secchia al medio Appennino – con un dislivello decisamente più impegnativo – sulla Ciclovia del Parco dei Sassi.

Le ciclovie dei parchi in Emilia-Romagna. Fonte: Regione Emilia-Romagna – Settore Ambiente

 

“La scelta dei tracciati è stata fatta partendo da uno studio di fattibilità realizzato dal CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) che ha scelto le aree protette a maggiore vocazione cicloturistica, individuando percorsi adatti ad un pubblico eterogeneo, dai bikers più esperti alle famiglie con bambini”, si legge nella guida ai tracciati. “I percorsi sono stati inoltre vagliati e suggeriti dai singoli tecnici delle aree protette. Sono stati selezionati quelli che coniugano l’approccio sportivo alle aree protette con il godimento del paesaggio, degli ambienti naturali, senza perdere l’occasione di appropriate soste nelle principali mete d’interesse culturale e storico”.

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con RADAR Magazine, testata online che racconta i cambiamenti del clima e dell’ambiente, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con la casa editrice Zanichelli.

 

Foto di copertina: Brett Sayles/Pexels

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